Sicuramente abbiamo sentito molto spesso parlare di questa patologia. Ma che cos’è e come si manifesta? Quali sono le possibilità terapeutiche? Il termine corretto è “parodontite”, “paradontite”, “piorrea”? Esistono cure efficaci?
Piorrea, parodontosi, paradentosi, sono alcuni sinonimi usati per questa malattia.
Anche se comunemente usato, il termine “paradontite” è errato.
Nell’immaginario collettivo per piorrea si intende una malattia parodontale avanzata con eccessivo sanguinamento e ascessi gengivali e mobilità dei denti.
È la malattia infettiva infiammatoria causata da batteri, che colpisce le gengive ed i tessuti che sostengono il dente: legamento e osso.
Gengive infiammate, gengive gonfie o gengive che si ritraggono sono segnali evidenti della patologia. In realtà, in molti casi ha un decorso subdolo, per cui molte volte gengive apparentemente sane, nascondono un problema al loro interno: la tasca parodontale. In tal modo, non rendendosi conto del rischio, la gengivite può essere trascurata evolvendo progressivamente in un problema più grave: la parodontite.
La parodontite è causata principalmente dai batteri della placca e del tartaro che si insinuano nel solco gengivale distruggendo progressivamente l’attacco e l’osso alveolare fino alla perdita del dente.
Predisposizione genetica, aumento dell’età, obesità, diabete, fumo, le varie fasi ormonali della donna, in particolare la menopausa o gravidanza e contraccettivi ormonali, sono tutti fattori di rischio che possono innescare o aumentare la velocità con cui progredisce la malattia.
La prevenzione è importantissima in tutte le sue fasi. Quanto più la diagnosi e la cura sono precoci tanto maggiore sarà il successo terapeutico.
Si devono adottare misure e comportamenti volti a evitare l’insorgenza della patologia come: autodiagnosi, igiene professionale, controlli regolari e modifica di abitudini comportamentali come fumo, dieta, scarsa capacità e frequenza delle manovre d’igiene orale.
Una diagnosi precoce della parodontite allo stato iniziale, cioè ai primi segni di infiammazione profonda e distruzione dei tessuti, permette di intervenire precocemente limitando i danni e aumentando le possibilità terapeutiche.
Si riferisce al mantenimento dei risultati terapeutici nel tempo. È essenziale la collaborazione tra team dentale e paziente. Le sue capacità tecniche di igiene orale domiciliare, lo status di placca, il tartaro, le infiammazioni e le tasche, devono essere monitorate periodicamente al fine di evitare le recidive e il progredire della malattia.
Oggi è possibile curare la parodontite con elevata percentuale di successo. Oltre alla terapia convenzionale che prevede l’eliminazione dei fattori che la causano si può ricorrere a evolute tecniche di rigenerazione del parodonto.
La cura della parodontite ha un ruolo importante non solo per la salute orale, ma per la salute di tutto l’organismo.
I problemi derivati da questa patologia non si limitano ai denti. Tossine e batteri entrano nel circolo sanguigno e sono fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cerebrovascolari e cardiovascolari, diabete e altre patologia infiammatorie croniche. Ultimamente si è visto essere elemento di rischio per le manifestazioni patologiche gravi di chi è affetto da COVID-19.
Il parodonto è il tessuto di sostegno del dente nel mascellare. E’ costituito da: gengiva legamento, cemento, osso alveolare.
La parodontite è una malattia infettiva infiammatoria multifattoriale causata principalmente da specifici batteri di una placca disbiotica (che ha perso l’equilibrio tra batteri non patogeni e patogeni parodontali) e da una abnorme risposta infiammatoria immunitaria dell’organismo che esita nella progressiva distruzione dell’osso, del legamento e della gengiva che si retrae. La perdita dell’attacco parodontale porta alla perdita dei denti.
È una delle malattie più diffuse al mondo: più del 50% della popolazione dopo i 40 è affetta e circa il 10% ha una forma grave ed agressiva. Ma la diagnosi è difficile a volte anche per il dentista generico e soprattutto l’autodiagnosi del paziente si ha quando la parodontite è in fase già avanzata.
Quando la gengiva si retrae o è infiammata e sanguinante abbiamo dei segnali visibili della malattia che consentono l’autodiagnosi. Ma Il più delle volte le gengive appaiono sane, la malattia invece progredisce sotto di esse con la distruzione di legamento ed osso e formazione della tasca parodontale che si approfondisce fino all’apice della radice. È in questa progressione che compare la mobilità dei denti fino a quando possono cadere.
Oltre ai specifici batteri parodontopatogeni vi sono altri fattori di rischio che possono peggiorare o contribuire all’insorgenza della parodontite quali:
Essi sono indici di rischio che possono amplificare la velocità di progressione della malattia. Ad esempio un forte fumatore ha circa 6 volte la possibilità di avere una parodontite anche in forma aggressiva. Perlopiù se l’individuo ha più di 40 o 50 anni ed è una donna in menopausa o magari ha avuto un genitore con problemi parodontali, la possibilità di avere una parodontite di grado avanzato diventa reale.
I problemi purtroppo non sono limitati solo ai denti perché i batteri e le loro tossine vanno nel circolo sanguigno è sono un rischio reale per la formazione delle placche ateromatose nelle arterie e l’innescarsi della malattia cerebro e cardiovascolare come l’aggravarsi del diabete.
In sintesi la parodontite non è solo un problema per la bocca con il rischio di perdere i denti ma può essere un rischio per la salute in generale .
A questo punto diventa essenziale la diagnosi precoce, soprattutto l’autodiagnosi del soggetto a rischio. Bastano pochi segni come gengive che si retraggono o gonfie o sanguinanti allo spazzolino per rivolgersi immediatamente ad un dottore.
Quanto più la diagnosi è precoce tanto maggiore potrà essere il successo della terapia. Nei casi in cui ci sono lesioni avanzate non c è da essere fatalisti dicendo: ”non c è nulla da fare i denti li perdero” . Terapie complesse per la eliminazione dell’infezione e tecniche avanzate di rigenerazione del tessuto consentono di recuperare anche molti casi avanzati. Se la prognosi di alcuni denti potrebbe essere negativa si può considerare l’ausilio degli impianti dentali considerata la possibilità in molti casi di rigenerare l’osso.
Le nuove tecniche che si servono di biomateriali con sempre maggiori potenzialità rigenerative considerano anche l’aspetto estetico di ricostruzione gengivale per cui sempre più denti e gengive possono integrarsi in modo naturale anche dopo la parodontite.
La parodontite è la malattia che colpisce le gengive ed i tessuti che sostengono il dente .
I tessuti parodontali ,oltre alla gengiva che costituisce rivestimento e primo attacco con il dente, sono :il cemento radicolare ,il legamento e l’osso alveolare.
Nel linguaggio comune conosciuta anche come “Piorrea” :che descrive forme eclatanti con sanguinamento,ascessi mobilità dei denti. Questo termine nell’immaginario collettivo è associato al pensiero dell’inesorabile perdita dei denti mentre il termine scientifico moderno “parodontite” indica una patologia infettivo infiammatoria curabile.
La Gengivite è caratterizzata dall’infiammazione delle gengive causata dall’accumulo della placca batterica sul colletto del dente e sul margine gengivale.
La gengivite si manifesta con arrossamento ,gonfiore e sanguinamento quando si spazzolano i denti o addirittura quando si mangia.
Il sanguinamento è un importante indice di patologia e prevenzione :potrebbe anche essere segno di parodontite ma lo potremmo scoprire solo andando dal dentista che esegue un sondaggio gengivale od una radiografia.
Quindi il sanguinamento gengivale è un segnale “rosso” di allarme importante per la diagnosi precoce della parodontite che deve essere eliminato.
La gengivite colpisce circa il 90% della popolazione ,quasi tutti abbiamo segni di infiammazione gengivale.
La cura consiste nella terapia professionale di rimozione di placca e tartaro sopra e sottogengiva e nel igiene orale domiciliare quotidiana da parte del paziente. Essa ha come obiettivo quello di controllare l’accumulo della placca batterica su tutte le superfici dentarie . Ciò si ottiene con la costante applicazione di opportune tecniche di spazzolamento che vengono personalizzate in base alle individuali esigenze scaturite dall’anatomia dento –gengivale.
Importantissimo è il controllo di placca interdentale :perché proprio tra un dente e l’altro si accumula maggiormente la placca e si formano le tasche parodontali. Le tecniche di igiene interdentale prevedono l’ uso del filo interdentale ,degli stecchini nei siti stretti e spazzolini interdentali negli spazi più larghi. Le tecniche d’igiene orale interdentale sono essenziali per la riduzione della percentuale di placca batterica sui i denti e gengive e per la stabilità dei risultati dopo la terapia . L’uso aggiuntivo di sostanze chimiche mediante colluttori può essere utile nelle fasi acute di infiammazione ,nel corso della terapia professionale e di mantenimento per ridurre la carica batterica nel cavo orale. Una terapia efficace risolve l’infiammazione e determina una gengiva rosa di volume normale senza danni tissutali irreversibili.
Se non è curata la gengivite può evolvere in parodontite. Il persistere dell’infiammazione gengivale nel tempo sicuramente predispone e causa la parodontite. La gengivite cronica con il permanente stimolo infiammatorio può modificare i fattori genetici immunitari in modo che essi in associazione con gli altri fattori causali scaturiscano negli anni
La Parodontite è caratterizzata dalla perdita dell’attacco gengivale e poi del legamento alveolo dentario e dal riassorbimento osseo .
La distruzione dei tessuti viene espressa dalla retrazione delle gengive con scopertura delle radici e dalla formazione di tasche :spazio che si crea tra la gengiva e la radice del dente che si infetta. Infezione ed infiammazione provocano la progressione della patologia con tasche più profonde e distruzione ossea finché il dente si muove progressivamente per riduzione del supporto osseo fino all’inesorabile perdita dei denti.
E’ una infezione batterica causata principalmente dai specifici batteri della placca che migrano sottogengiva provocando una risposta infiammatoria immunitaria difensiva per l’organismo ma che è anche distruttiva per i tessuti parodontali.:la produzione di alcuni mediatori del l’infiammazione come le prostaglandine ,interleuchine metalloproteasi. Tali mediatori tramite il circolo sanguigno possono disseminarsi in altri organi come il cuore ed i vasi.
Superati i livelli di carica batterica media aumenta la possibilità di distruzione dell’attacco gengivale ,del legamento parodontale e poi del riassorbimento dell ‘ osso alveolare.
La parodontite E’ una malattia subdola ,ed è difficile l’auto diagnosi perché a meno che non ci siano sintomi dolorosi ,mobilità o ascessi, può non essere scoperta dal paziente .
Le gengive possono apparire come se fossero sane ma in realtà nascondono le tasche sede della patologia in progressione . Spesso solo quando la parodontite è avanzata viene avvertita per la presenza di sintomi dolorosi ,la retrazione delle gengive ,il sanguinamento o negli stati avanzati con ascessi e mobilità dei denti .
La recessione delle gengive con scopertura della radice del dente si verifica con sempre maggiore frequenza. Si verifica in particolare nei soggetti con gengive sottili o come risposta ad una parodontite avanzata. Il primo rimedio è quello di un cambiamento comportamentale delle tecniche di igiene orale : spazzolino a setole morbide utilizzato con una rotazione verticale. Il secondo rimedio molte volte è chirurgico e prevede o l’uso di innesti di tessuto prelevati dalla bocca o rigenerazione con bio materiali sempre più innovativi.
La parodontite Cronica si presenta comunemente dopo i 40 anni la progressione di solito è lenta . E’ presente in oltre il 50% della popolazione dopo i 40 anni dopo i 45 anni è la maggiore causa di estrazione dentaria e a 50 anni si ha un significativo aumento dell’ incidenza e della progressione .
Con l’aumento dell’età si associano fattori di rischio come l’obesità , la persistenza dell’infiammazione e dell’infezione batterica. Nella donna menopausa ed osteoporosi sono fattori che potenziano la progressione distruttiva della parodontite
. Dopo i 65 anni di età la percentuale di popolazione americana con parodontite sale al 70%
Di particolare interesse ,ai fini della perdita dei denti ,è la parodontite severa che colpisce circa l’11% della popolazione. Il picco di progressione distruttiva inizierebbe tra i 32-38 anni per aumentare dopo i 40 anni. Può essere definita tale quando 2 o più siti hanno perso più di 6mm di attacco .
Le forme avanzate e con una progressione rapida di parodontite cronica si è visto comunque essere determinate da una predisposizione genetica.
in questi casi è molto complessa la terapia ed in alcuni soggetti se non presi precocemente e con fattori patogenetici aggiuntivi come fumo diabete. Rischiano la perdita di molti denti.
Tuttavia studi clinici hanno dimostrato che una efficace terapia può ridurre del 20% lo stato patologico delle
Il diabete ,il fumo di tabacco ,le varie fasi ormonali della donna In particolare la menopausa o :gravidanza ,contraccettivi ormonali,sono fattori potenzialmente in grado di modificare la suscettibilità alla parodontite.
I pazienti con diabete hanno una altissima incidenza di parodontite grave a rapida progressione con ascessi. Dovuta in gran parte ad una soppressione dei neutrofili ed il tasso glicemico facilita l’infezione. da parte di batteri specifici ad alta virulenza.Il 95% degli americani con diabete hanno la parodontite .
D’altronde una parodontite non curata peggiora le condizione del diabete e viceversa un diabete non controllato o non diagnosticato determina gravi forme di parodontite con ascessi multipli.
Il fumo determina una parodontite più grave espressa da tasche più profonde ,maggiore riassorbimento osseo ed un potenziale di guarigione ridotto.
I forti fumatori ,20 o più sigarette al giorno, secondo recenti studi formano più placca ,tartaro ,presentano maggiore sanguinamento al sondaggio ,si accelera la distruzione dell’osso ,hanno sei volte in più la possibilità di perdita dei denti.
Le donne in menopausa fumatrici accelerano la riduzione degli estrogeni e il conseguente riassorbimento di osso.
In conclusione fumo diabete e menopausa potenziano la parodontite distruttiva viceversa la parodontite mediante i suoi meccanismi patogenetici aumenta la gravità di diabete e degli effetti osteoporotici della menopausa.
Alla luce delle interrelazioni tra parodontite e malattie sistemiche la ricerca scientifica ha avvalorato con il termine Periomedicine le connessioni patologiche tra loro. I batteri parodontali che entrano nel circolo sanguigno inducono infezioni metastatiche ed infiammatorie ,in altre parole infezione ed infiammazione colpiscono altri organi dell’organismo ,le tossine batteriche e l’attivazione di una risposta immunitaria distruttiva su organi bersaglio sensibili come il cardiovascolare il cerebrovascolari. Specificamente avviene una lesione della parete arteriosa e la formazione di placche ateromatose ,processi infiammatori distruttivi dei connettivi e riassorbimento osseo.
In termini patologici aumenta notevolmente il rischio di malattia cardiovascolare,infarto,ictus cerebrale,artrite reumatoide,osteoporosi
La parodontite rientra tra le malattie maggiormente problematiche per la salute pubblica mondiale in quanto oltre ha presentare un grave disagio per la bocca e il rischio di perdere i denti può causare metastasi infettive ed infiammatorie nell’organismo.
È un fattore di rischio per l’insorgenza di altre malattie infiammatorie croniche che sembrano avere una correlazione genetica quali :l’arteriosclerosi, la malattia cardiovascolare ,cerebrovascolare ,l’artrite reumatoide ,il parto prematuro ,il Morbo di Azheimer.
Quindi la cura della parodontite ha un ruolo importante non solo per la salute della bocca ma per la salute di tutto l’organismo.
A tal punto risulta importantissima la prevenzione primaria e secondaria della malattia parodontale per la salute pubblica mondiale.
Intendendo per prevenzione primaria l’adozione di misure e comportamenti atti ad evitare l’insorgenza della patologia.Nel caso specifico della parodontite può essere fatta autodiagnosi dal paziente con gengive infiammate ,far capire alla popolazione la sua importanza come segno iniziale di malattia. Attuare misure di igiene professionale e controlli periodici ,modificare alcune abitudini comportamentali come il fumo ,dieta scarsa capacità e frequenza delle manovre d’igiene orale.
La Prevenzione Secondaria si basa essenzialmente sulla diagnosi precoce della parodontite allo stato iniziale cioè quando vengono individuati i primi segni di infiammazione profonda e distruzione dei tessuti.Cio’ permette di intervenire precocemente limitando i danni e aumentando le possibilità terapeutiche. La diagnosi precoce richiede attenzione da parte del dentista che con una sonda deve individuare la eventuale presenza di tasche oltre al sanguinamento e con radiografie valutare lo stato osseo parodontale ,cioè se ci sono segni di riassorbimento osseo.
Inoltre l’analisi sistematica della letteratura ha permesso di analizzare quali fossero gli indici di predicibilita’di una futura progressione
Quindi La terapia parodontale è vincente quando c’è una diagnosi precoce delle lesioni allo stato iniziale e una adeguata terapia che elimini i fattori predittivi indicati.Altri fattori predittivi nei casi medi avanzati sono costituiti dal tipo di denti coinvolti ,molari superiori ,incisivi inferiori,profondità delle tasche ,quanto residua e la morfologia del tessuto osseo di supporto.
I denti possono essere sostituiti con successo da impianti in un parodonto anche ridotto ma sano.
la terapia deve essere imperniata sempre :sulla modifiche comportamentali ,su una pronta terapia di rimozione dei fattori causali principali : la placca batterica sopra e sottogengiva. L’obiettivo è quello di eliminare l’infezione e l’infiammazione parodontale che in questa fase ha una prognosi favorevole ma sono sempre le opportune manovre d’igiene orale domiciliare da parte del paziente a consentire il mantenimento dei risultati terapeutici.
La prevenzione terziaria è in pratica costituita dal mantenimento dei risultati terapeutici nel tempo. E’ basata molto sulla collaborazione tra team dentale e paziente che deve essere monitorato periodicamente sulle capacità tecniche di igiene orale domiciliare che con il tempo tendono a diminuire ,sullo status di placca tartaro infiammazione e tasche presenti anch’esse tendono a peggiorare. l’obiettivo è quello di evitare le recidive e il progredire della malattia. La prevenzione terziaria è indispensabile soprattutto dopo la terapia di parodontite in fase media avanzata e dopo rigenerazione.
Oggi le cure per la Parodontite sono sempre più efficaci sia in termini di guarigione dell’infezione che di rigenerazione del tessuto . Anche se ancora è opinione comune che non ci sia “molto da fare “ per salvare i denti dalla malattia.
L’efficacia della terapia è proporzionale alla precocità con cui si effettua la diagnosi e la cura ed al grado di collaborazione del paziente .
Il primo obiettivo terapeutico è quello di eliminare i fattori causali batterici presenti nelle tasche parodontali controllando così l’infiammazione e modificare fattori comportamentali quali il fumo e la scarsa igiene orale.
La terapia iniziale o causale consiste nella rimozione di placca e tartaro tessuto di granulazione infiammatorio dalle tasche mediante strumenti ultrasonici,sonici o manuali con lame affilate curette.
Il trattamento risulta efficace qualora risolutivo nei casi di parodontite iniziale o media.
Qualora la tasca fosse profonda più di 5 mm o con lesioni cavitàrie ossee e tasche tra le radici dei molari, la terapia risulta poco efficace :insufficiente ad eliminare infezione ed infiammazione dalle lesioni distruttive della parodontite.
In tali casi occorre pianificare una terapia chirurgica :il termine non indica invasivita in quanto occorre incidere e scollare le gengive per accedere al difetto provocato dalla malattia rimuovere “a cielo aperto” i batteri ,le tossine batteriche i prodotti del l’infiammazione. La maggiore infezione è adesa sulla superficie delle radici sotto forma di placca e tartaro. Infine le gengive vengono accostate e suturate attorno ai denti. La guarigione non porta alla ricostruzione del tessuto distrutto dalla malattia ma solo alla eliminazione dei fattori infettivi infiammatori. Si forma una sorta di “ cicatrice” la gengiva forma un attacco debole con la radice del dente.
Lì dove le lesioni sono medio avanzate è facile una rinfezione dei batteri
Proprio per l’attacco debole della gengiva spostandosi può riformare la tasca. Ciò accade quando il controllo di placca da parte del paziente non è adeguato ,e egli non si sottopone con regolarità alla terapia di mantenimento consigliata.
L’obiettivo eccelso della terapia parodontale è la rigenerazione dei tessuti parodontali distrutti dalla malattia:osso,legamento,cemento gengiva. Cosi da ricostruire l’attacco è la funzionalità del dente con il parodonto.
Oggi ci sono varie tecniche ,sempre più sofisticate,come diversi materiali (membrane osso sintetico) bio materiali di derivazione animale o anche umana utilizzati da soli o in combinazione sono in grado di aumentare notevolmente le percentuali di successo e la quantità di tessuto parodontale rigenerato.
La terapia rigenerativa oltre ad aumentare la funzionalità del dente consente attraverso il rigenerato attacco parodontale un legame più forte tra radice e parodonto costituendo maggiore barriera all’infezione.
Tuttavia La chirurgia rigenerativa è una terapia d’elite per ottenere successo bisogna considerare diversi fattori :legati al paziente al dente alla morfologia del difetto, è applicabile a 2 o 3 denti selezionati in base al loro potenziale rigenerativo che dipende molto dalla conformazione della lesione.
Ma i fattori più importanti per il successo sono quelli legati al paziente :non deve avere malattie sistemiche come il diabete, non deve fumare e si devono stabilire 2 presupposti comportamentali: counselling e la compliance.
Counselling è basata essenzialmente dalla alleanza terapeutica medico paziente ,si deve stabilire un buon grado di empatia di relazioni interpersonali in cui il dentista orienta sostiene potenzia le capacità terapeutiche del paziente che in particolare sono costituite da ottime tecniche d’igiene orale.
Là Compliance è in effetti l’obbedienza terapeutica del paziente alle prescrizioni terapeutiche del dentista ed al programma di controlli e terapia professionale stabilito.Questi sono requisiti essenziali per il successo ed il mantenimento a lungo termine ,anche 10 anni ,della terapia rigenerativa.
Comunque tali relazioni medico paziente sono alla base del successo di ogni terapia parodontale.
Uno dei problemi maggiori che si ha con le parodontite è la presenza di difetti del legamento e dell’osso ,tasche, che si formano tra le radici dei molari. Nei molari dell’arcata superiore è più complesso in quanto le radici sono 3 quindi 3 le tasche inter radicolari che si possono formare. Il problema maggiore è dato dalle difficoltà anatomiche del difetto che non consentono la detersione per il paziente e per il dentista è difficile eliminare tutta l’infezione e l’infiammazione presenti. Inoltre il particolare habitat consente lo svilupparsi di batteri particolarmente virulenti che consentono una rapida progressione della malattia. Questo rende i molari i maggiori candidati all’estrazione.
La chirurgia rigenerativa può far risolvere la complessa problematica delle tasche tra le radici dei molari di media entità. In particolare una terapia che vede l’utilizzo di più bio materiali come le proteine morfogenetiche ,innesti ossei ,fattori di crescita che creano un potenziale rigenerativo tale da portare alla chiusura della tasca.
Quindi diventa indispensabile una ottima igiene orale che garantisca un adeguato controllo della placca batterica attorno ai denti e quindi il mantenimento della salute parodontale che secondo la letteratura scientifica può essere tollerato sui 10 -12 % di placca.
L’obiettivo è difficile da raggiungere ,soprattutto il mantenimento ma ciò consente il mantenimento di gengive sane ,dei risultati della terapia parodontale sia causale ,detartrasi curettage sottogengiva,che della chirurgia rigenerativa.
Occorre stabilire un programma d’igiene orale domiciliare e professionale personalizzato progettato in base alle alle specifiche esigenze individuali.
Il programma prevede tre fasi 1) la motivazione 2) Informazione 3)Istruzione pratica
La motivazione,psicologica,e far capire l’importanza dell’igiene orale per la prevenzione della parodontite :una forte motivazione porta ad in alta cooperazione medico paziente e ad alte performance di igiene orale che aiutano la guarigione nella fase della terapia attiva
Ci sono strumenti e tecniche diverse che vanno scelte secondo le condizioni patologiche e l’anatomia dento gengivali.
Lo spazzolino per le superfici esterne , occlusali e interne. Filo interdentale stecchini,spazzolini interdentali per la rimozione della placca negli spazi interdentali.
Inoltre ci si può aiutare con agenti chimici antiplacca ma solo come aggiuntivi ad una efficace igiene meccanica. Colluttori e gel a base di clorexidina ,floruro amminico o oli essenziali come la listerina.
Dottore, cos’è la parodontite?
La parodontite è la malattia che colpisce le gengive e l’osso di sostegno del dente
Le cause?
E’ causata principalmente dai batteri della placca e del tartaro che si insinuano nel solco gengivale distruggendo progressivamente l’attacco e l’osso alveolare fino alla perdita del dente. I dati della diffusione della patologia sono impressionanti! 3,5 milioni di persone ne sono affette, sesta per diffusione nel mondo e l’11% della popolazione ha una forma grave. Altro dato allarmante è che dal 1990 al 2010 la parodontite è aumentata del 57%.
Che significa in termini sociali?
Ma quali sono i mezzi oggi a disposizione per bloccare gli effetti di una malattia poco conosciuta e sottovalutata da molti?
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Il parodonto è il tessuto osseo ed il legamento che sostengono i denti e la gengiva che li riveste.
La parodontite è una malattia infettiva infiammatoria causata dai batteri della placca e dalla risposta immunitaria dell’organismo che esita nella distruzione dell’osso e del legamento e/o della gengiva che si retrae.
Quando la gengiva si retrae abbiamo dei segnali visibili della malattia che consentono quasi l’autodiagnosi e decidiamo di andare dal dentista. Il più delle volte le gengive appaiono sane, la malattia invece progredisce sotto di esse con la conseguente distruzione di legamento ed osso e formazione della tasca parodontale che progredisce verso l’apice della radice é quì che si hanno segni di mobilità dei denti fino a quando possono cadere.
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Quale dei due pulisce meglio i denti? Quello elettrico puo’ danneggiare i denti o le gengive?
Intervista su Fashionchannel al Dr. Aronna.
Dottor Aronna, che differenza possiamo notare tra i due sistemi?
Gli studi scientifici che hanno messo a confronto chi utilizzava lo spazzolino elettrico a chi il manuale hanno riportato come risultato una maggiore rimozione della placca batterica per gli utilizzatori dello spazzolino elettrico. In particolare quelli di nuova generazione, con testina rotonda e movimento rotante oscillante rimuovono efficacemente la placca batterica anche leggermente sottogengiva. La placca è un biofilm che va disgregato con una azione meccanica, spesso consideriamo sufficiente anche per pigrizia, un maggior uso del dentifricio con uno sciacquo , questo da una sensazione di freschezza ma non è detto che la placca sia stata rimossa del tutto. Tuttavia con lo spazzolino manuale si puo’ controllare meglio il movimento e l’accesso delle setole nelle zone da pulire, in particololare sottogengiva, quello elettrico opportunamente utilizzato ha un’ azione pulente anche negli spazi interdentali ed una maggiore capacità di rimuovere pigmenti superficiali, riduce anche la formazione del tartaro .
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E’ una domanda dibattuta scaturita dalla difficoltà e dalla pigrizia nell’utilizzo.
Eppure il filo interdentale è il principale presidio di igiene orale per il controllo della placca batterica nelle zone interdentali, in particolare li dove c’è poco spazio tra un dente e l’altro o i denti molto stretti tra loro.
Dottore, perché è consigliato l’uso del filo interdentale?
Perché molto spesso, superato l’ostacolo del punto di contatto urta sulla gengiva che sanguina e fa male. E’cosi’ che dopo i primi tentativi molti abbandonano l’idea di utilizzare il filo. Ma è un mezzo molto importante per la prevenzione della carie interdentale e della parodontite: è proprio tra i denti che si accumula la placca batterica ed il cibo responsabili delle suddette patologie. Quindi sarebbe opportuno usare il filo almeno una volta al giorno, meglio la sera, fondamentale è imparare la tecnica adeguata e scegliere il filo idoneo per la propria dentatura.
Quale filo possiamo consigliare per la corretta pulizia dei denti?
Le istruzioni per un uso corretto?
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Il dr. Aronna pratica terapie funzionali ed estetiche anche con finalità anti-aging e si avvale di tecniche all’avanguardia per mantenere, ricostruire e migliorare il sorriso, proponendo lo “SMILE DESIGN PROJECT”.